Il nuovo CAM promuove la sostenibilità degli arredi da interno

Dal 6 dicembre 2022 è in vigore il D.M. 23 Giugno 2022 n.254, pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’8 Agosto 2022. Il decreto stabilisce i nuovi Criteri Ambientali Minimi (CAM) per l’affidamento del servizio di fornitura, noleggio ed estensione della vita utile di arredi per interni, aggiornando e sostituendo i precedenti CAM di gennaio 2017.

Tra le novità, una classificazione aggiornata e univoca della tipologia di arredi di interno: il nuovo CAM Arredo si applica agli articoli (anche realizzati su misura) come appendiabiti, armadi, arredo scolastico, articoli di arredamento e mobili vari (scaffalature, scrivanie, sedie, tavoli, armadi, vetrine), ma anche pareti interne mobili (sistemi di partizione interne non portanti). Inoltre, vengono aggiunti anche prodotti con destinazione d’uso domestico come cucine componibili, mobili per camera da letto, ecc.
Tutti gli arredi dovranno essere realizzati con materiali e processi produttivi a ridotto impatto ambientale secondo i modelli di sviluppo dell’economia circolare. In questo modo, si consente alle stazioni appaltanti di ridurre l’impatto ambientale degli acquisti e dei servizi legati agli arredi, considerandoli in ottica di Ciclo di Vita: vengono così incoraggiati sia la valutazione del reale fabbisogno attraverso la ricognizione degli arredi in dotazione (in uso o dismessi) sia l’allungamento della vita media di tali prodotti, ma anche l’acquisto di prodotti usati ricondizionati oppure il noleggio.
Una delle principali novità è proprio l’estensione della vita dell’arredo attraverso la riparazione o la donazione dei prodotti usati. Qualora non sia possibile, è previsto il disassemblaggio non distruttivo allo scopo di riciclare il materiale recuperato. Un cambiamento importante in ambito sostenibile: meno sprechi, meno emissioni inquinanti e più risparmio energetico.

 

I nuovi CAM nel dettaglio

Le analisi effettuate in sede europea hanno evidenziato, sulla base di studi LCA, che l’impatto ambientale degli arredi è dovuto per l’80-90% ai materiali e componenti utilizzati, all’uso di sostanze chimiche per i rivestimenti durante il processo produttivo e al consumo di energia dovuto alla polimerizzazione dei materiali plastici. Il CAM, riportando questo studio, indica la strada: promuovere l’eco-progettazione degli arredi utilizzando materiali rinnovabili o riciclati e la modularità e il disassemblaggio non distruttivo permettendo il recupero di parti da utilizzare come ricambi o il riciclo di materiali in impianti autorizzati che li valorizzino secondo le leggi vigenti.
Di assoluto rilievo – e in linea con le politiche europee – anche il tema degli imballaggi in relazione al contenuto di materiali riciclati e in considerazione della breve durata di vita dell’imballaggio stesso: tale aspetto rappresenta il 6% degli impatti ambientali del settore.

Viene stabilito che se il contenuto totale di materiale plastico (incluso imbottiture), nel prodotto finito supera il 20 % del peso totale del prodotto (escluso, quindi, l’imballaggio), i componenti in materiale plastico devono essere realizzati per almeno il 30% con plastica riciclata o con plastica a base biologica in conformità alla norma tecnica. I componenti in cartone dovranno essere costituiti per almeno il 70% e quelli in plastica dovranno essere costituiti per almeno il 30% da materiale riciclato. Sarà poi un organismo terzo di valutazione di conformità a rilasciare una certificazione di prodotto basata sulla tracciabilità dei materiali con l’indicazione della percentuale di plastica riciclata.

 

EPD: una carta d’identità ambientale del prodotto citata nei CAM

Certificazioni specifiche di prodotto per il riciclato, ma non solo: il CAM cita come mezzo di prova anche la Dichiarazione Ambientale di Prodotto EPD che contenga tale informazione. L’EPD rappresenta la “carta d’identità ambientale” del prodotto ed è un documento che contiene informazioni obiettive, confrontabili e verificate sulle performance ambientali del prodotto stesso, calcolate lungo tutto il suo ciclo di vita mediante uno studio di Life Cycle Assessment.  Questa analisi può essere condotta con l’ausilio delle PCR (Product Category Rules) definite da Program Operator come EPDItaly, promosso da ICMQ che ne è anche unico Program Operator italiano accreditato da Accredia. Le PCR sono documenti che definiscono le regole comuni che tutte le EPD e gli LCA devono rispettare in modo da garantire coerenza e confrontabilità. I produttori devono attenersi a queste regole internazionali nel condurre lo studio LCA per poi comunicarlo con le EPD. Per venire incontro alle esigenze dei produttori italiani che vogliono sviluppare una EPD in conformità a quanto richiesto dal DM, EPDItaly è a disposizione per la pubblicazione delle EPD del settore e che sta sviluppando specifiche PCR per gli arredi.
Tra le numerose aziende che hanno intrapreso il percorso per ottenere l’EPD con EPDItaly, c’è anche lo storico Gruppo Artemide, leader mondiale nell’ambito del design nel settore dell’illuminazione.  La realtà milanese, da sempre attenta alle tematiche sostenibili, ha scelto di certificare uno dei suoi prodotti di punta (Alphabet of Light) per soddisfare le crescenti richieste nazionali e internazionali dei protocolli di green building, ma anche per migliorare il proprio ciclo di produzione e informare correttamente il consumatore finale.

I contenuti dell’EPD sono rivolti principalmente agli utilizzatori industriali e commerciali. È necessario, dunque, che la Dichiarazione ambientale sia trasparente, in modo da poter essere compresa e interpretata correttamente da tutti.