L’uso delle EPD digitalizzate

Articolo a firma di Monica Lavagna, Politecnico di Milano, Dipartimento Di Architettura, Ingegneria Delle Costruzioni E Ambiente Costruito (Dabc)

 

L’applicazione di valutazioni LCA (Life cycle assessment), durante le varie fasi del processo edilizio e, in particolare, nella fase decisionale del progetto, si sta affermando per la presenza di criteri premianti presenti nei protocolli di valutazione della sostenibilità degli edifici, come Leed e Levels, ma anche nel Public Procurement (CAM).

Le EPD (Dichiarazione ambientale di prodotto) costituiscono una fonte di dati prodotto specifici molto importante per supportare lo svolgimento di una valutazione LCA di edificio o infrastruttura, ma la gestione dei dati (sia come raccolta sia come manipolabilità) costituisce un aspetto particolarmente critico e time-consuming per gli utilizzatori finali (in particolare progettisti).

La possibilità di digitalizzare le informazioni contenute nelle EPD (finora gestite su file pdf statici, da copiare e incollare per essere rese disponibili all’interno di strumenti di calcolo) e in particolare di poter importare i dati in software di calcolo per la valutazione LCA e in ambiente BIM, costituisce un elemento di grande facilitazione.

 

Per questo, a livello internazionale, si è lavorato per offrire “machine-readable EPDs”, trasferendo alcune delle informazioni di un EPD in un formato leggibile dalla macchina (file XML). Le informazioni tratte dall’EPD sono costituite da dati LCA e metadati e sono archiviate in un modo strutturato che facilita l’uso delle informazioni in altre applicazioni. La struttura e il formato dei dati sono allineati con quanto definito dal gruppo di lavoro International Open Data Network for Sustainable Building (InData).

 

Un formato molto flessibile

L’iniziativa InData si basa su strumenti e standard già esistenti e utilizza il formato dei dati ILCD + EPD, sviluppato dalla DG JRC della Commissione europea. Il formato scelto offre un’alta flessibilità, che consente l’adattamento a requisiti nazionali specifici (es. contenuto di riciclato richiesto dai CAM in Italia) o modifiche future in base all’evoluzione degli standard (ad es. emendamenti della norma EN 15804).

Attualmente in BIM ci sono delle librerie di materiali (generici) associati alle proprietà generiche dei materiali, e in alcuni casi esistono già valori ambientali (ad esempio in Archicad dalla banca dati ICE, Inventory of Carbon and Energy). Quando però si passa alla fase esecutiva, si definiscono i prodotti specifici e si attinge dunque a oggetti che identificano i prodotti, con le loro prestazioni tecniche specifiche. L’importazione in BIM delle EPD digitalizzate potrebbe essere dunque particolarmente utile.

Ad oggi però l’importazione dei dati in Revit/Archicad non è automatica, ma occorre processare i dati dal file XML utilizzando Dynamo/Grashhopper. Inoltre manca ancora la possibilità di associare automaticamente i file XML con gli oggetti BIM, per cui occorre associare “manualmente” ogni singola EPD al singolo prodotto. Le informazioni ambientali dell’EPD così caricate rimangono una informazione statica, non elaborabile in BIM in maniera automatica. L’elaborazione dei dati ambientali è possibile creando specifici algoritmi di calcolo.

Aspetto di particolare delicatezza nell’importazione è inoltre la definizione di come correlare l’unità funzionale dell’EPD (kg, m2, m3, pezzo, ecc.), con il prodotto/oggetto associato in BIM (che è espresso in una quantità predefinita). L’importazione dei dati va fatta correlandola alle quantità dell’oggetto con una formula da scrivere ad hoc nei rispettivi plug-in di scrittura algoritmica.

La digitalizzazione delle EPD costituisce solo un primo importante passo verso l’effettiva integrabilità dei dati in BIM e nei software di calcolo LCA. Anche le applicazioni LCA sviluppate per il software Revit (come LCA One-click e Tally) sono dei sistemi chiusi, quindi non permettono di poter caricare i file XML.

Ulteriori lavori sono in corso in merito alla standardizzazione della struttura dei dati: proprio per garantire gli scambi di dati in ambiente BIM, è in corso di definizione la ISO/CD 22057 Enabling use of Environmental Product Declarations (EPD) at construction works level using building information modelling (BIM).