Un progetto innovativo

Intervista ad Andrea Laterza, Sustainability and Circular Economy, Enel Global Procurement.

Enel si è fatto promotore di un innovativo progetto che prevede il coinvolgimento della propria filiera di fornitura a livello globale e ha lo scopo di qualificare i fornitori sulla base di principi di sostenibilità valutati tramite una Dichiarazione Ambientale di Prodotto – EPD.

 

Fino ad ora sono già stati verificati oltre 10 protocolli e pubblicate 5 Product Category Rules (PCR) sul Program Operator EPDItaly. Quali sono le motivazioni e le aspettative di una così importante iniziativa?

 

In Enel integriamo i valori della sostenibilità in tutti gli aspetti del nostro business, al fine di trovare soluzioni sempre nuove per crescere assieme alle comunità di cui siamo parte, per aumentare la sicurezza, ridurre l’impatto ambientale e creare valore condiviso. Le grandi sfide ambientali e sociali che ci troviamo ad affrontare richiedono un profondo ripensamento del modello di sviluppo. L’economia circolare rappresenta un nuovo paradigma e si sta affermando, a ogni livello e in ogni ambito geografico, come una soluzione realistica per coniugare innovazione, competitività e sostenibilità ambientale. In un business improntato a modelli di circolarità l’utilizzo di materie prime vergini è idealmente nullo o, comunque, estremamente ridotto. Si tratta di un processo raggiungibile grazie ad approcci e tecniche che concorrono a una innovazione sostenibile per l’ambiente, il cui impatto è fortemente potenziato dalle nuove tecnologie e dalla digitalizzazione. Applicare i principi di economia circolare implica un cambiamento culturale per ripensare il modo in cui utilizziamo materie prime ed energia: dalla progettazione alla produzione, dall’utilizzo fino alla gestione del cosiddetto “rifiuto”. In Enel la stiamo implementando in modo sistematico attraverso l’innovazione tecnologica e di business, la collaborazione con il mondo esterno e una metrica rigorosa, seguendo i 5 pilastri che definiscono gli ambiti e le modalità della sua applicazione.

Cosa rappresenta per voi, e più in generale, per chi si occupa di energia, il nuovo modello di economia circolare?

 

L’economia circolare rappresenta la chiave per ripensare il business in termini di innovazione e competitività. Abbiamo iniziato trasformando il rapporto con i fornitori, misurandone le loro performance in termini di circolarità, in quanto siamo convinti che lavorare su tutta la filiera sia necessario per una corretta implementazione del nuovo modello su tutti i nostri asset. Se pensiamo alle energie rinnovabili, per esempio, in questo settore siamo il principale player al mondo. Tutti gli impianti per produrre energia da fonti pulite sono visti con favore, ma si considerano virtuosi quelli che hanno un impatto positivo considerando tutto il loro ciclo, dalla produzione al riciclo.

In questo contesto abbiamo iniziato a parlare di strategia di Circular Procurement, con l’obiettivo di acquistare beni, lavori o servizi che mirano a minimizzare e/o evitare impatti ambientali negativi e la creazione di rifiuti durante il loro ciclo di vita.

La strategia si basa su 3 pilastri fondamentali. Il primo riguarda un coinvolgimento dei fornitori: premiare i fornitori mediante uno strumento specifico di gara per il loro impegno nella transizione verso l’economia circolare. Il secondo la definizione di metriche e KPI (Key Performance Index): quantificare, valutare e validare KPI ambientali derivanti dal ciclo di fabbricazione di un Prodotto. L’ultima è una azione di Co-innovazione: avviare progetti di co-innovazione insieme ai fornitori al fine di riesaminare i processi di produzione e / o modificare i metodi di acquisto secondo i modelli di economia circolare.

Il progetto “Circular Economy Initiative for Suppliers’ Engagement” coinvolge circa 200 fornitori a livello globale su 12 categorie merceologiche che oggi rappresentano più del 60% della spesa per acquisto di materiali. L’iniziativa, basata sull’adozione volontaria della dichiarazione ambientale di prodotto (EPD), ha l’obiettivo di quantificare, certificare e comunicare il mercato riguardo l’impatto ambientale delle forniture (consumo di acqua, emissioni di CO2, impatto sul suolo, eccetera). In più, l’utilizzo del Circular Supplier Tool permette l’aggregazione dei dati e i benchmark di settore con relativi target di miglioramento.

A tendere, per ciascuna categoria si potranno analizzare i KPI dei fornitori e prevedere eventuali azioni correttive per fornitori mal performanti, azioni premianti per quelli eccellenti o ancora azioni di re-design dei prodotti/processi.

Abbiamo già iniziato a lavorare con i nostri principali fornitori in linea con il principio Circular by Design, vale a dire Circularity, da incorporare nel processo fin dall’inizio. Nel Global Procurement siamo convinti che la diffusione della cultura dell’economia circolare nell’intero processo di approvvigionamento sia in grado di generare valore condiviso per l’azienda e tutte le parti interessate.

 

Il processo di consultazione pubblica delle PCR ha visto la partecipazione di alcuni Stakeholder, in particolare del settore elettrico/elettronico, che hanno fornito diversi commenti ai documenti. Quale grado di interesse vi aspettavate?

 

Il fatto di essere tra i primi a sviluppare PCR nel settore elettrico ha suscitato un forte interesse da parte di importanti realtà a livello nazionale e mondiale. Questo è un indice di come il tema sia molto sentito e in forte crescita: crediamo che in un futuro prossimo l’EPD diventerà un requisito necessario per tutte le aziende per poter vendere i loro prodotti al pubblico. Secondo recenti studi più del 70% dei consumatori considera fondamentale la trasparenza degli impatti sull’ambiente di ciò che acquistano.

Crediamo che sia necessario a supportare le piccole medie imprese nella transizione da un’economia lineare ad una circolare. Sarà un passaggio fondamentale per rimanere competitivi e sostenibili nel tempo, e, a mio avviso, le imprese lo stanno iniziando a comprendere. Da una fase iniziale di dubbio e incertezza rispetto a questi temi, stiamo attualmente vivendo un momento in cui sono gli stessi fornitori che chiedono supporto per poter diventare imprese “sostenibili”.

 

Lo scopo del progetto “Circular Economy” è ben definito e porterà ad un incremento della sensibilità ad operare in un’ottica di sostenibilità anche da parte della catena di fornitura. Come è stata accolta l’iniziativa da parte dei vostri fornitori?

 

In un primo momento devo ammettere che pochi fornitori erano disposti ad affrontare questo percorso. Soprattutto le piccole e medie imprese non avevano risorse necessarie per accogliere il cambiamento. Durante il 2019 abbiamo deciso di organizzare diversi workshop per raccontare i benefici di questa transizione e come questa possa rappresentare un’opportunità di crescita e sviluppo in termini di competitività, innovazione, ambiente e occupazione. Oggi l’adesione è molto alta sui prodotti per i quali sono disponibili le PCR: molti nostri fornitori si sono registrati sul Circular Supplier Tool e hanno iniziato ad organizzarsi per avviare il percorso di valutazione dell’LCA propedeutico all’ottenimento della dichiarazione EPD.

Modelli di business meno legati all’utilizzo di materie prime consentono di sviluppare una struttura di costi meno esposta al rischio di volatilità dei prezzi, sia per dinamiche di mercato sia per interventi normativi. Recenti stime al 2030 parlano di una possibile riduzione tra il 17% e il 24% dell’utilizzo di risorse con risparmi per circa 630 miliardi di euro l’anno e crescita del Pil europeo intorno al 3,9%.  Ripensare i modelli di business in un’ottica circolare rappresenta al contempo una forte spinta all’innovazione, una grande limitazione dell’impatto ambientale, grazie soprattutto alla riduzione dei rifiuti, e infine un input all’occupazione in settori come quelli del riciclo, della riparazione o del riuso.

Possiamo affermare che sicuramente la strada è ancora lunga, ma abbiamo iniziato un percorso importante e siamo soddisfatti di farlo con i nostri fornitori.

ICMQ rappresenta per Enel un partner fondamentale da 2 anni, grazie al suo ruolo di terza parte indipendente che garantisce il rispetto di tutte le normative e dei processi di questo importante progetto.